Negli anni ‘90, durante un viaggio di lavoro per l’azienda di famiglia, Mario Moretti Polegato si ritrova a fare un’escursione a Reno, nel deserto del Nevada e, non riuscendo più a sopportare il caldo, per poter portare sollievo ai suoi piedi arroventati, prese un coltellino svizzero e fece alcuni fori sotto alla suola delle sue scarpe. Colpito dall’efficacia del gesto e soddisfatto della sua intuizione, ritornato in Italia decise che avrebbe sfruttato questa idea per abbandonare l’azienda di famiglia ed iniziare a lavorare al suo progetto innovativo.
Dopo lunghi studi e numerose ricerche scoprì che esisteva un materiale resistente prodotto per la NASA da un’azienda statunitense: il teflon. Questo materiale plastico, il cui nome chimico è politetrafluoroetilene, è in grado di permettere la traspirazione ed allo stesso tempo di resistere agli sbalzi termici grazie alla presenza di fori microscopici sulla sua superficie. Grazie a questa tecnologia, il vapore riesce a passare attraverso i pori, ma l’acqua ha un volume troppo elevato per potervi penetrare.
Mario Moretti Polegato capì subito che questa sostanza poteva essere impiegata per realizzare la suola delle sue scarpe tecnologiche in modo da ottenere un prodotto finale in grado di garantire comfort e benessere a chi le indossa.
Mettendo subito in pratica l’idea all’interno di un piccolo calzaturificio di proprietà di famiglia, Mario Moretti Polegato realizzò la prima scarpa che respira con suola in gomma e membrana traspirante ed idrorepellente.